CENTRO STUDI VIGNOLA -APS

Associazione Culturale
Anche noi del Centro Studi, ogni anno organizziamo il nostro sogno che è la nostra festa
Il Presidente del Centro Studi Vignola


Presentazioni dell'Antologia 2007
“La vera poesia può
comunicare anche prima di essere capita”.
Questo diceva Thomas Stearns Eliot.
Ed è in questa citazione che si ritrova il senso più
vero e bello della poesia:
la capacità di parlare alla nostra sfera emozionale,
di arrivare diretta, senza filtri razionali,
senza mediazione dei nostri sensi.
Per questo il Concorso Internazionale di Poesia diventa importante:
per diffondere il linguaggio poetico e per farci scoprire
che non è così lontano dalla nostra vita quotidiana,
come spesso erroneamente si crede.
La poesia è emozione pura, è la capacità di trasmettere frammenti di vita attraverso le parole.
Parole che spesso giocano tra di loro,
si divertono a confondere chi legge,
permettono di costruire metafore,
similitudini ed alliterazioni.
Il tema che è stato scelto per la Sezione B del Concorso
è “L'attimo fuggente”
e qual è il modo migliore di raccontarlo
se non attraverso la poesia?
Grazie al linguaggio poetico si viaggia nel passato,
si raccontano i ricordi, si valorizza la memoria di attimi che fuggono
e che vanno vissuti al massimo.
La bellezza del Concorso
sta nel dare la possibilità
a tante persone di raccontarsi in versi,
anche ragazzi giovani che dimostrano
quanto la poesia possa essere ancora un linguaggio attuale
per descrivere il nostro mondo.
E' proprio per l'importanza della poesia
come strumento di condivisione e comprensione della realtà,
che l'Unione Terre di Castelli
negli ultimi anni ha svolto importanti attività
culturali come il PoesiaFestival e Poesie in Corso.
E credo sia assolutamente opportuno proseguire in questa direzione.
Vorrei infine ringraziare il Centro Studi di Vignola
e gli autori delle poesie,
che hanno voluto condividere con noi
i versi che raccontano aspetti intimi delle loro vite.

A questo punto non mi resta che augurarvi buona lettura,
alla scoperta di queste belle ed originali composizioni.
Bertoni Romina
Assessore Cultura Città di Vignola

Quando tre anni fa abbiamo inaugurato la prima edizione del Concorso Nazionale di Poesia “Città di Vignola”,
non immaginavamo che avrebbe avuto un così vasto riscontro
da parte degli autori e del pubblico.
E' con soddisfazione, quindi,
che anche quest'anno
ho l'onore di presentare il volume che raccoglie alcune delle più
significative opere pervenuteci.
Vorrei sottolineare che la poesia,
oggi, sta attraversando un momento particolarmente felice.
Come dimostra il successo della “Divina Commedia”,
recitata davanti a milioni di telespettatori,
e il moltiplicarsi di inizative a livello locale,
come il “Poesia Festival”,
organizzato dall'Unione Terre di Castelli
a cui questo concorso si è ispirato.
Credo che la riscoperta del messaggio poetico,
per la sua particolare connotazione
ed il legame con il patrimonio culturale e semantico della lingua italiana,
nasca dall'esigenza dell'uomo del nostro tempo,
di riappropriarsi delle proprie radici.
Nessun anacronismo, quindi, ma una necessità di tanti giovani, e meno giovani,
che affidano alle parole
il difficile compito di rendere testimonianza del proprio mondo interiore.
Poesia, significa ricerca, indagine, introspezione,
ma anche libertà e consapevolezza di sé.
Significa soprattutto “comunicare” sentimenti,
sensazioni,
immagini che hanno un carattere di universalità.
Su questo dobbiamo riflettere,
su come la poesia abbia la capacità di farci sentire meno soli
e molto più “uomini”.
Un concorso di poesia è quindi un modo per confrontarci,
stimolando la creatività,
ma è soprattutto un'occasione di incontro
e di scambio di piccoli e grandi pensieri che,
se non fossero divenuti “poesia”,
sarebbero rimasti nascosti e inespressi.
Grazie, dunque, a tutti coloro che,
così numerosi,
hanno aderito alla nostra iniziativa
ed un incoraggiamento a continuare a scrivere versi.
Anche se il vincitore è uno solo,
chi vince, in queste occasioni, è la poesia.
Un grazie infine a tutti coloro,
che con competenza e con cura hanno esaminato i componimenti
: la coordinatrice artistica Gabriella Manzini,
il Comitato Organizzativo i componenti della Giuria.

Il Presidente del Centro Studi Vignola
Massimo Toschiz

La Giuria del
Concorso Internazionale di Poesia "Città di Vignola"
Edizione 2007

Alessandra Aureli,
Docente Scuole Superiori
Romina Bertoni,
Assessore Cultura Città di Vignola
Gabriele Burzacchini,
Direttore Dipartimento di Filologia Classica e
Medievale Università degli Studi di Parma
Antonia Del Sanbro
, Giornalista specializzata - Critico Letterario
Gabriella Manzini,
Poetessa -Impiegata
Emilio Rentocchini,
Docente - Poeta
Renata Ricci,
Docente Scuole Superiori
Gianluca Violi,
Studente Scuole Superiori

Presidente onorario
Massimo Toschi,
Presidente del Centro Studi Vignola

Ideatrice, coordinatrice artistica del Concorso
Gabriella Manzini

Coordinatore tecnico del Concorso
Adriano Fornacciari ,
Segretario del Centro Studi Vignola

Antologia pubblicata dal Gruppo Redazionale del
Centro Studi Vignola
col contributo di Unione Terre Di Castelli
A cura di Alfio Fabbri

Regioni di provenienza n. autori % sul totale
Piemonte 10 3,25
Lombardia> 33 10,71
Veneto 21 6,82
Trentino A.A. 4 1,30
Friuli 5 1,62
Liguria 5 1,62
Emilia * 103 33,44
Toscana 22 7,14
Marche 10 3,25
Umbria 5 1,62
Lazio 35 11,3
Abruzzo 8 2,60
Molise 1 0,32
Campania 14 4,55
Puglie 9 2,92
Basilicata 1 0,32
Calabria 7 2,27
Sicilia 13 4,22
Sardegna 1 0,32
ESTERO 1 0,32

CONCORSO INTERNAZIONALE DI POESIA CITTA' DI VIGNOLA

FOTO DELLA PREMIAZIONE


1 ª classificata Sezione A
ORA CHE I GIORNI CADONO
Ora, che le mie corse sono sempre più affannate
e i miei giorni si fanno sospiri nel vento; ora che l'età non appartiene più ai tuoi occhi
mi lambisce il sospetto che la nostra
vita assieme sia stata solamente
sogno. E ti cerco disperatamente.
Ti cerco nell'aria, negli infiniti spazi dei narcisi
a primavera, nell'odore dei ciliegi in fiore:
L'anima sempre appesa al dolce filo
che prima sorreggeva anche la tua.
II
Qui tutto è memoria di te:
Quel mazzetto di lavanda nel cassetto del comò,
il mio volto nello specchio che indossa, quasi per caso,
il tuo profilo, il tuo sorriso,
fra queste pareti ingrigite dal tuo silenzio.

Chissà in quale stagione c'incontreremo ancora;
quando potrò chiudere gli occhi per tornare.
Chissà se lì stai bene:

Dimmelo. Prima che cada il giorno.
E il sole si fa piccolo e scompare.

Io e quest'amore grande che non tace.

Che nascondo in fondo al cuore
E che vorrebbe raccontarti dei miei giorni
Nella tua assenza, magari seduta accanto
alla tua anima che veglia sulla mia.

III

Più che sorridesti , madre mia, adesso dei miei sogni.
Adesso che nel viaggio trovo solo porte che non s'aprono.
Una rosa piccola che invece di schiudersi già muore
e che aggiungo invano, nel camino, ceppi che non ardono.
Ogni volta che il mio cuore torna a palpitare
l'eco della tua voce s'alza in volo a profumare l'aria;
e risento i tuoi passi svelti, le carezze, le parole essenziali.
Ma come posso dirti che mi manchi tanto.
Vorrei che le tue mani m'insegnassero come allora a volare.
A far fiorire nei miei occhi un sorriso. Un nuovo canto.
Per non morire.

Di Iorio Rosanna - Chieti



1ª classificata Sezione B
Le tue labbra

Stavi parlando
ma io non sentivo la tua voce
mi sono concentrato sulle tue labbra
per leggerle
ma loro continuavano a muoversi senza una logica
ho pensato a due amanti
che si sfiorano e fuggono
e più mi concentravo
più mi perdevo in quel gioco
Ad un certo punto avrei voluto sfiorarle
forse per fermarle
o forse per divenirne parte
Perdonami per averlo pensato
Perdonami per non averlo fatto

Consoli Fabrizio
Mirandola MO


2 ª classificata Sezione A
Il volo di Icaro
a F., in memoriam

Ragazzo mio, i semi dell'assenza
hanno germogli in dune desolate;
eppure a volte mettono radici
persino dove gemmano i rosai,
o dove l'erba, in mite primavera,
prova esitante a diventare grano.
Splendeva indenne, nel tuo tempo chiaro,
la luna che accompagna giochi e sogni:
guerre incruente, spade di velluto
per i nemici giunti da galassie
dove il cuore non duole e dove morte
si ripara con raggi prodigiosi.
Ma un cuore fresco può inguaribilmente
ferirsi a un motto perfido e perfino
a un brivido d'amore troppo acuto.
E in fondo a un giorno porpora ed artigli,
l'ingiuria scellerata e insopportabile,
ferita inestinguibile che brucia.
Distratti dagli eventi,
sordi noi grandi al grido tuo d'aiuto,
che in quel lamento acerbo un vento lieve
udimmo, e la fatica della vita
(il prezzo necessario da pagare
per chi s'appresta al gioco delle parti).
Smarrito tra la folla assente e ignara,
tu già tracciavi liberate rotte
sulle segrete mappe del commiato.

Icaro implume, arreso alla tua pena,
breve fu il volo, fuoco fu l'approdo!

Ci vogliono ali buone per librarsi
in cieli azzurri ad inseguire il sole.
Noi qui più soli, increduli, spauriti,
invano aspetteremo i sogni a nascere,
ora che il vento chiama
e più atterrisce brezza che tempesta.


Vicaretti Umberto
Luco dei Marsi AQ


3ª classificata Sezione A
COPENHAGEN
Copenhagen spesso è un bambino che piange

Anche di giorno
il canale rallenta la sua corsa
immerso nel silenzio dove riposa il battello

Anche di notte
colori specchiati su pozzanghere
dove vanno passanti senza ombrello e senza fretta

Ma Copenhagen oggi
è la culla di un turista senza meta
di un ponte sospeso nel mare
di un piatto di ceramica bianca

E' la camera di un Hotel di finestre senza persiane
che avide assorbono luce da un vicolo spento nell'ombra
E' l'attesa di una donna da sempre sul ciglio del mare
lo sguardo di malinconia che filtra l'orizzonte
E' un turista sprovveduto in balìa dell'acquazzone
che vedi allontanare da un finestrino solitario
E' un alternarsi di statue improvvisate
con accennati sorrisi su volti truccati

Copenhagen è la distanza da te
frontiere abbattute e confini impercettibili
risposte annegate nel ghiaccio ancora più freddo

E' la notte che scivola inquieta
dentro una città con grate invisibili
E' un rullino graffiato
di foto che mai guarderò
E' il boato di un dolore cercato
che mi vede solo fuggire da te

Non vedi lo sfondo che mi appare
da questo grattacielo che trapassa un cielo profondo
dall'ultimo piano soltanto voci spente laggiù
e laggiù un cigno che lentamente muore

Corneli Cinzia
San Mariano Corciano PG


4ª classificata Sezione A
A mia madre
E d'improvviso ancora
queste ore chiare incide lo stupore oscuro
della tua assenza, della tua presenza
che lontane rotte ha decifrato
al lume dell'eterno
e declivi e alberi accigliati
ha lasciato per non più tornare,
per non più soffrire.
Eccomi, non ti dimentico,
rimani in ascolto se puoi,
se il tuo non tempo che soverchia
il tempo nostro ti consente
udito e vista o quel che resta:
parlami, dimmi di te, del tuo sonno greve,
del mio sogno lieve,
dell'acre rimpianto che come stórmo
dal mio cuore migra verso quel Dio
che di te ha fatto preda,
benché d'amore.
Senti: ombrosa pioggia miete ricordi
oltre il lembo di quest' agosto,
di te sazio fino a patire.
A tratti il tuo volto trema
e s'affaccia urlo di vento,
da riva a riva, da cielo a cielo,
ma più non trasporta voce
né profumo di te m'assale,
di te che morte adorna ancora.

Ambrosini Angela
Città di Castello PG




Le fotografie della serata, luglio 2007